Battesimo di Gesù (Foglio Parrocchiale)

Padre di immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo, e lo hai stabilito luce del mondo e alleanza di pace per tutti i popoli; concedi a noi, che oggi celebriamo il mistero del tuo battesimo nel Giordano, di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace.

Un maestro per il Ciad
Con la vendita delle formelle di lana per l’albero di Natale e i mercatini sono stati raccolti ben € 2.960!
Verranno inviati a Don Fabrizio per fare studiare, come maestri elementari, alcuni giovani del posto.
Si ringraziano quanti hanno collaborato a realizzare le formelle di lana e quanti con le loro offerte hanno permesso di raggiungere questa ragguardevole cifra. Vi terremo aggiornati sul proseguimento del progetto.

“E’ lo Spirito che apre gli occhi del cuore alla verità, tutta la verità. E’ lo Spirito che spinge la nostra vita sul sentiero della carità. È lo Spirito il dono che il Padre ha fatto a ciascuno di noi nel giorno del nostro battesimo. È lo Spirito che ci trasmette la tenerezza del perdono divino”. (Papa Francesco)

Battesimo del Signore
Letture Is. 40,1-5.9-11; Salmo 103;
Tt. 2,11-14;3,4-7;
Lc. 3,15-16,21-22
Il Salmo responsoriale ci ricorda il modo di fare proprio di Dio, che “costruisce sulle acque”. La nostra vita di fede è costruita sulle acque del battesimo, vale a dire non su noi stessi bensì su quello che siamo “per mezzo di Gesù Cristo, per sua grazia”. La prima lettura è come se concludesse il tempo di Natale riportandoci ai toni dell’Avvento e con una voce ancora più squillante grida: “Ecco il vostro Dio!”. Il suo volto risplende su quello di Gesù, il quale riceve “anche lui” il battesimo di Giovanni mettendosi in fila con i pubblicani e i peccatori a cui annuncerà, in modo privilegiato e non esclusivo, il suo Vangelo di salvezza mostrando loro il Vangelo dell’accoglienza. Il Battista non approfitta del suo ascendente ascetico per attirare a se stesso, ma indica il Messia che, dopo essersi messo in fila, “stava in preghiera”. Solo ora il Padre può e vuole parlare: ”Tu sei…!”

Tempo di semina intenzioni di preghiera per le vocazioni
A cura del Seminario Vescovile San Gaudenzio
PERDONO al FIGLIO
9 gennaio – Domenica: per la vocazione alla santità/vita battesimale – O Gesù misericordioso, ti chiediamo di perdonare i peccati di tutti i cristiani, la non conformità alla legge dell’amore che tu ci hai dato. Preghiamo
10 gennaio – Lunedì: per uomini e donne in ricerca – O Signore, perdonaci quando, per tante delusioni, smettiamo di cercare la tua volontà, il tuo progetto su di noi, la nostra vocazione. Preghiamo
11 gennaio – Martedì: per la vita contemplativa – O nostro Sposo e Redentore, perdona i monaci e le monache per quando non sono segno e profezia di vita eterna e si allontanano da te. Preghiamo
12 gennaio – Mercoledì: per la vita consacrata/religiosa attiva – O Salvatore nostro, perdona le consacrate e gli istituti religiosi che non valorizzano appieno la forza evangelizzatrice del proprio carisma. Preghiamo
13 gennaio – Giovedì: per i sacerdoti – O nostro Pastore, dimentica le colpe e le superficialità dei tuoi sacerdoti; dona loro di frequentare con assiduità il santo sacramento della riconciliazione. Preghiamo
14 gennaio – Venerdì: per gli sposi – O Cristo, Figlio di Dio, in questo tempo di grande fatica per le coppie sposate, dona loro perdono e forza per perdonarsi. Preghiamo
15 gennaio – Sabato: per i/le laici/che consacrati/e – O Maestro, perdona i tuoi laici consacrati la cui testimonianza si è disciolta senza mostrare la differenza cristiana. Preghiamo

S. Teresa di Lisieux – Madonna del Rosario – Catechismo (Foglio Parrocchiale)

ORARI CATECHISMO – VENERDÍ 01/10
Nebbiuno – Sale Parrocchiali
15.30 – 16.30: Catechismo Scuole Elementari – Classi 3a e 4a
16.45 – 17.45: Catechismo Scuole Elementari – Classe 5a
Pisano – Oratorio
15:30 – 16.30: Catechismo Scuole Elementari – Classe 3a
16:30 – 17.30: Catechismo Scuole Elementari – Classe 4a
Massino Visconti – Chiesa Parrocchiale
17.00 – 18.30: Catechismo Scuole Medie – Classe 2a


DOMENICA 3 OTTOBRE: FESTA DELLA MADONNA DEL ROSARIO
Nebbiuno – S. Giorgio
ORE 11.15 – SANTA MESSA SOLENNE


1 ottobre: Santa Teresa di Gesù Bambino (di Lisieux)
Vergine, Dottore della Chiesa e Patrona delle Missioni
Teresa nasce nel 1873, in un ambiente famigliare profondamente credente.
Riceve un’autentica autentica educazione cristiana, che presto la induce a scegliere la vita religiosa. Entrata nel Carmelo di Lisieux, si affida a Dio con rinnovata fiducia. Per ordine della Superiora, tiene un diario nel quale annota le tappe della sua vita interiore.
Scrive nel 1895: «Il 9 giugno, festa della Santissima Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato».
All’amore di Dio, vuol corrispondere con tutte le sue forze e con lo slancio del suo entusiasmo giovanile. Non sa, però, che l’Amore la condurrà alla santità attraverso la via della malattia e dell’oscurità. L’anno successivo, il 1896, in lei si manifestano i primi sintomi della tubercolosi polmonare che le sarà
fatale. Ma è l’esperienza dell’assenza di Dio, la maggior pena che l’affligge. Ella sperimenta il cosiddetto “deserto dell’anima”, condizione spirituale che oscura la presenza di Dio ed adombra ogni segno del soprannaturale
Al termine del suo cammino umano e vocazionale, avendo percorso la “piccola via”, cioè la via dell’abbandono alla volontà di Dio, la “piccola” santa rivede la luce. Anche nei momenti in cui sembra abbandonare i fedeli che a Lui si affidano, Dio non manca di accompagnarli, sostenerli e, alla fine della prova, ricompensarli. La morte coglie Teresa nel 1897, a soli 24 anni d’età.

15 agosto: Festa dell’Assunta (Foglio Parrocchiale)

Signore Gesù, ci hai dato un segno Luminoso in Maria Madre tua e nostra, che ci precede al tuo fianco come primizia del mistero della salvezza: per sua intercessione concede a noi di guardare con umiltà le grandi cose che si compiono nella nostra storia, e di credere che quanti ti appartengono riceveranno il tuo dono di vita, di gioia, di comunione.

Parrocchia di S. Leonardo e S. Agata – Tapigliano e Fosseno
Festa dell’Assunzione di Maria

Domenica 15 agosto 2021:
ore 8.30 presso chiesa Viganella: Santa messa solenne
ore 21.00 presso Chiesa S. Agata Fosseno: Santa messa solenne


Pisano: Festa di Sant’Eusebio (Foglio Parrocchiale)

«Gesù spezzò i cinque pani e li diede ai suoi discepoli
perché li distribuissero.
Tutti mangiarono e furono sazi.»
(Cf. Mc 6,41-42)


FESTA PATRONALE DI S. EUSEBIO 2021 – Parrocchia di Pisano

Venerdì 30 luglio – ore 18.00: In Chiesa Parrocchiale: Rosario e Santa Messa – Confessioni
Sabato 31 luglio – ore 20.30: Santa Messa e Benedizione del Paese celebrata in Piazza V. Veneto
(In caso di maltempo, Celebrazione in Chiesa).
Domenica 1 agosto – ore 17.30: Santa Messa Solenne
Incanto delle OFFERTE (solo prodotti confezionati)
Dalle ore 19.00, trippa da asporto in Piazza V. Veneto, con “I Amiis da Pisàn”.
(Senza prenotazione e sino ad esaurimento).
Lunedì 2 agosto – ore 11.00: Santa Messa

Come ogni anno è stata organizzata la vendita dei biglietti “Oblazione Pro-Opere Parrocchiali”.
I numeri vincenti verranno esposti in Chiesa Parrocchiale.

Gli organizzatori non rispondono per incidenti o danni a cose e/o persone
che si dovessero verificare prima, durante o dopo la manifestazione.

Sant’Eusebio di Vercelli, Vescovo
Sardegna, inizio del IV secolo – Vercelli, 1 agosto 371/372
Il primo vescovo del Piemonte nacque in Sardegna tra la fine del III e l’inizio del IV secolo. Durante gli studi ecclesiastici a Roma, si fece apprezzare da Papa Giulio I, che verso il 345 lo nominò vescovo di Vercelli. Qui, stabilì per sé e per i suoi preti l’obbligo della vita in comune, coniugando l’evangelizzazione con lo stile monastico. I vercellesi vennero conquistati dalla sua arte oratoria, capace di comunicare, non solo la dottrina, ma anche i sentimenti dello spirito e del cuore. Così, si attirò l’ostilità degli ariani e dello stesso imperatore Costanzo, che lo mandò in esilio in Asia, insieme a Dionigi vescovo di Milano. Venne torturato, soffrì la fame, ma nel 362 ebbe finalmente la fortuna di ritornare a Vercelli. Riprese l’opera di evangelizzazione delle campagne, istituendo la Diocesi di Tortona. Inoltre, si spinse in Gallia, insediando un vescovo a Embrun. La tradizione lo considera anche fondatore di due noti santuari: quello di Oropa (Biella) e di Crea (Alessandria). Nel 371 la morte lo colse nella sua città episcopale, che tuttora ne custodisce le reliquie, all’interno del Duomo.

Madonna del Carmelo – Arriva Don Luigi! (Foglio Parrocchiale)

«Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete
partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi
ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri
piedi come testimonianza per loro».

(Mc 6,10-11)


Festa della Madonna del Carmelo
Una delle devozioni più antiche e più amate, risalente ai profeti della Bibbia.

TAPIGLIANO Domenica 18 Luglio Ore 8.30 Santa Messa

Caso unico tra le devozioni dei Santi, il culto mariano affonda le sue radici nove secoli prima della nascita di Maria.
Il primo profeta d’Israele, Elia, mentre conduceva vita eremitica sul Monte Carmelo, ebbe la visione della venuta della Beata Vergine. La vide innalzarsi in una piccola nube, portando una pioggia provvidenziale, ovvero salvando Israele da una mortale siccità.
È uno dei culti più antichi della Roma Cristiana ed è appunto fondato nel passo biblico in cui Elia profetizza il Mistero della Vergine e Madre e della nascita del Figlio di Dio.
Per tradizione e per carisma, l’antichissimo ordine religioso dei Carmelitani è legato alla Madonna ed altrettanto al profeta Elia, emblema della capacità di ascoltare Dio, di orientarsi e di orientare il popolo a Lui.
Già nel I secolo, la comunità di Eremiti ritiratasi sul Monte Carmelo ivi costruì una cappella dedicata a Maria Santissima.
Secondo l’iconografia popolare, la Madonna del Carmelo distende le braccia in avanti, offrendo lo scapolare. L’immagine fa riferimento all’apparizione del 16 luglio 1251, quando la Madonna si mostrò a San Simone Stock, gli consegnò uno scapolare e gli rivelò i privilegi connessi alla relativa devozione. Non è un portafortuna o un talismano, ma un segno di salvezza che rimanda alle virtù della Madre di Dio.


6 luglio: Corciago: S. Nazario e Celso – Massino: S. Salvatore (Foglio Parrocchiale)

«Gesù insegnava nella sinagoga
e molti rimanevano stupiti della sua sapienza.»
(Cf. Mc 6,2)


Festa dei Santi Nazario e Celso

CORCIAGO – GIOVEDÌ 8 LUGLIO ORE 18.00 – ROSARIO E SANTA MESSA

Secondo la tradizione agiografica, che si esprime con toni leggendari, Nazario, cittadino romano di famiglia ebrea e legionario, fu discepolo di San Pietro e ricevette il battesimo dal futuro Papa Lino. Per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani, si trasferì prima in Lombardia e poi nelle Gallie, dove gli fu affidato Celso. Questi, che aveva solo nove anni, ricevette dal maestro l’educazione alla religione cristiana ed il battesimo. Insieme proseguirono l’opera di diffusione del Vangelo nella Francia meridionale, subendo persecuzioni e venendo arrestati. Nazario fu inviato a Roma per
subire un regolare processo e, poiché si rifiutò di rinnegare la fede, venne condannato a morte, sentenza estesa all’inseparabile Celso. Miracolosamente, scamparono all’esecuzione della pena, raggiunsero Genova e proseguirono la loro missione evangelizzatrice in Liguria. Infine, si spinsero a Milano, dove vennero nuovamente incarcerati e condannati a morte dal prefetto Antolino. La sentenza fu eseguita per decapitazione nell’anno 76. Nel 395 Sant’Ambrogio trovò i corpi dei due Martiri, sepolti in un campo appena fuori della città.

Foto: Altar Maggiore, Chiesa di S. Nazario e Celso, Corciago



21.00 Massino Visconti – Santuario di San Salvatore – Santa Messa


celebrata da Don Franco Mortigliengo con Meina.
In preparazione alla Visita del Vescovo, le Parrocchie dell’Unità Pastorale Missionaria del Vergante salgono in Pellegrinaggio al Santuario.

25/4 Nebbiuno: Festa di S. Giorgio

Festa di San Giorgio, Patrono di Nebbiuno, domenica 25 aprile, ore 11.15

Vessillo di S. Giorgio (dettaglio) – Chiesa di Nebbiuno

San Giorgio, il Santo pasquale, il Santo della rinascita.

Negli Atti degli Apostoli, gli Apostoli affermano: noi siamo testimoni, insieme allo Spirito Santo, primo testimone, siamo testimoni della Risurrezione del Cristo… Noi, testimoni, cioè martiri… Poiché, in greco, testimone è martire: San Giorgio, dunque, venerato come Megalomartire, s’inserisce a pieno titolo nel tempo pasquale…

San Giorgio fu un centurione romano, originario della Cappadocia, vissuto verso la fine del Terzo Secolo che, mentre prestava servizio in Palestina, rifiutandosi di venerare gli dei pagani, venne imprigionato e martirizzato sotto Diocleziano.
La sua posizione nella gerarchia militaria, la vicinanza del sito del martirio ai luoghi santi, la concomitante adozione del Cristianesimo come religione di Stato dell’Impero Romano permisero che Giorgio fosse considerato, ben presto, come uno dei protettori principali dell’esercito di Bisanzio, godendo così di particolare venerazione da parte dei militari, anche in tempi di pace…

È strana la Festa di San Giorgio ai tempi del Covid-19. Le solite manifestazioni coi bimbi, la processione, gli altri raduni sono preclusi… resta soltanto la Messa domenicale del 25 aprile in cui possiamo esprimere la nostra devozione e pregare a lui di proteggere le nostre famiglie, i nostri figli e tutte le persone che amiamo. San Giorgio è un grande difensore dal Maligno ed è invocato contro la peste e la lebbra e contro i serpenti velenosi — preghiamo a lui quindi di proteggerci da questa pandemia che ci ha colpito e di aiutarci a superare le sue conseguenze sociali, economiche, psicologiche…

Il Papa, il viaggio in Iraq e S. Giuseppe (19 marzo) – Foglietto Parrocchiale

Benedetto sei tu, Signore, perchè ci offri motivi di gioia che penetrano il buio di cui a volte ci circondiamo. Soprattutto, la gioia di sapere che ci vuoi non giudicare ma amare, far rivivere, vedere camminare con te. Fà che anche noi, premurosamente come te, impariamo a guardare nel mistero della nostra esistenza più la luce che le tenebre.
Kyrie eleison!

Francesco e la logica del Vangelo – La forza debole che fa la storia

L’Iraq è un mosaico di religioni ed etnie, il cui destino è vivere insieme o combattersi. La sua complessità è stata sempre risolta con la forza o la brutalità del potere. Così è stato nella dittatura del sunnita Saddam Hussein, dal 1979 al 2003, persecutore della maggioranza sciita e sterminatore dei curdi nelle loro terre ancestrali.

Saddam ha vietato a Giovanni Paolo II il pellegrinaggio alla terra di Abramo, l’Iraq. Eppure papa Wojtyla aveva avversato le guerre americane e occidentali contro il dittatore, vedendole come pre-messa dello scontro di religione e civiltà tra mondo occidentale e islam.

Papa Francesco compie – l’ha detto – il viaggio del suo predecessore, perché il popolo iracheno non può aspettare. Ha aspettato la pace dalla liberazione occidentale e si è trovato con lo Stato in frantumi. Ha vissuto la violenza del sedicente Stato islamico di Daesh, dietro cui c’erano appoggi oscuri. Ha aspettato democrazia e sicurezza, ma si è trovato nell’anarchia.
Quante vite perse in due decenni di guerra, terrorismo e instabilità! Quanti rifugiati e quanti dolori!

Francesco ha risposto alle attese degli iracheni e delle irachene visitando il Paese, nonostante molti lo sconsigliassero. Non è un periodo in cui i leader fanno visite ufficiali. E l’Iraq non è sicuro. Il Papa, però, sentiva di dover visitare questa estrema periferia senza pace e una Chiesa di nuovi martiri oltre che di millenaria fedeltà al Vangelo. Tanti, ancor oggi, rischiano la vita in Iraq.

Raghed Ghanni, giovane prete caldeo che studiava a Roma, avrebbe potuto restare qui, ma tornò nella sua terra dove fu assassinato nel 2007: «Senza l’Eucarestia, i cristiani non possono vivere in Iraq», diceva. E la celebrò fino alla morte a Mosul per mano di terroristi islamici.
Il Papa ha preso le mosse dalla cattedrale siro-cattolica di Baghdad, dove sono stati uccisi 48 cristiani in un attacco terroristico nel 2010; e prega oggi a Mosul, l’ex capitale del califfato, dove i cristiani (almeno 6mila) furono scacciati e le chiese distrutte (assieme a edifici religiosi retti da musulmani resistenti al jihadismo). Nei martiri c’è un seme di vita per la Chiesa e per l’Iraq. Questa è la fede della Chiesa. E il Papa, infatti, non viene per una rivincita, né per accusare in blocco l’islam, come fa qualche cristiano d’Oriente e d’Occidente. Dal Vangelo scaturisce una cultura di pace: un vivere insieme liberante dalla logica dello scontro tra diversità, divenute tribalismi arroganti e violenti, troppo in auge in Iraq. E la convivenza è stata vissuta in Iraq in alcune stagioni storiche, seppur parzialmente. Qui, da millenni, c’erano gli ebrei: 120mila fino al 1948 e ancora duemila al tempo di Saddam (da lui vessati), mentre l’ultimo rabbino è morto nel 1996.

Poi gli yazidi (che ospitarono i cristiani perseguitati durante la prima guerra mondiale) a loro volta sterminati dal Daesh. I cristiani erano tanti: quasi un milione e mezzo alla vigilia della guerra del Golfo e ne restano meno di 300mila. Nonostante i 1.200 cristiani uccisi negli ultimi tempi, il patriarca caldeo Sako non ha sposato un atteggiamento vittimista, ma ha dichiarato: «Il mondo e la storia non si fermano con la tragedia che attualmente stiamo vivendo».

Francesco viene a confermare che i cristiani possono essere l’inizio di un futuro di pace.
Il rispetto e la simpatia con cui il Papa è stato accolto dal grande ayatollah al-Sistani, massima autorità sciita, mostrano come sia considerato un uomo di unità e di pace. Il dialogo in questa terra, dove la brutalità delle armi è fallita, è la vera forza che costruisce il futuro. Il viaggio del Papa in Iraq rivela anche a noi – abituati alla sua presenza, e magari attenti alle vicende del ‘Vaticano minore’ – il valore del suo ministero. Con la forza debole e umile del Vangelo si tocca e si cambia la storia del mondo.

La traccia di Francesco in Iraq mostra come l’irrilevanza e l’avarizia provinciale dei cristiani europei siano una scelta di poco coraggio. Invece – lo vediamo in questi giorni – un mondo, così smarrito, ha bisogno del Vangelo vissuto. Guardando Francesco, si sente che in Iraq si sta facendo la storia. Il Papa si è chiesto e ci ha chiesto nel deserto di Ur, dove non esistono muri: «Da dove può ricominciare allora il cammino della pace? Dalla rinuncia ad avere nemici». Ha poi proseguito con una serie di indicazioni, precedute da un solenne e impegnativo: « Sta a noi… ». I credenti di ogni religione e di ogni paese non possono restare inerti o irrilevanti, camminare per conto proprio, per-seguire i propri interessi, rassegnarsi al male. Lo « Sta a noi…» di Francesco a Ur risuona anche nelle nostre coscienze, nelle nostre città, nelle nostre Chiese. (Andrea Ricciardi)

19 marzo: Solennità di S. Giuseppe

Quello che abbiamo davanti, a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi economica e occupazionale, si annuncia un anno particolarmente difficile e nelle intenzioni del Papa e del decreto della Penitenzieria Apostolica c’è l’affidamento allo sposo di Maria per trovare “conforto e sollievo dalle gravi tribolazioni umane e sociali che oggi attanagliano il mondo contemporaneo”.

Nella Patris Corde, Francesco ha spiegato che sono stati proprio questi mesi di pandemia a spingerlo a rendere omaggio al capo della celeste Famiglia di Nazareth in quanto “uomo che passa inosservato” ma dalla “presenza quotidiana, discreta e nascosta” e dunque “un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà”. “San Giuseppe – ha scritto il pontefice – ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in seconda linea hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza” e per questo “a tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine”.

L’esempio dello sposo di Maria “ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza” e “ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca” perché “a volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande”.

Preghiamo con papa Francesco:
Salve, custode del Redentore,
e sposo della Vergine Maria.
A te Dio affidò suo Figlio;
in te Maria ripose la sua fiducia;
con te Cristo diventò uomo.
O Beato Giuseppe,
mostrati padre anche per noi,
e guidaci nel cammino della vita.
Ottienici grazia, misericordia e coraggio,
e difendici da ogni male.
Amen.

Le Ceneri: Inizio Quaresima – Foglietto Parrocchiale

Info su San Valentino, ma soprattutto prepariamoci alla Quaresima che inizia settimana prossima con la ricorrenza delle Ceneri.

Il mercoledì delle Ceneri

«Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris»,
ovvero:
«Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai».

Queste parole compaiono in Genesi 3,19 allorché Dio, dopo il peccato originale, cacciando Adamo dal giardino dell’Eden lo condanna alla fatica del lavoro e alla morte:
«Con il sudore della fronte mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!».
Questa frase veniva recitata il giorno delle Ceneri quando il sacerdote imponeva le ceneri ai fedeli.
Dopo la riforma liturgica, seguita al Concilio Vaticano II, la frase è stata mutata con la locuzione: «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15) che esprime, oltre a quello penitenziale, l’aspetto positivo della Quaresima che è tempo di conversione, preghiera assidua e ritorno a Dio.
La celebrazione delle Ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo.
Dal punto di vista liturgico, le ceneri possono essere imposte in tutte le celebrazioni eucaristiche del mercoledì ma, avvertono i liturgisti, è opportuno indicare una celebrazione comunitaria “privilegiata” nella quale sia posta ancor più in evidenza la dimensione ecclesiale del cammino di conversione che si sta iniziando.

Orari delle celebrazioni:

Mercoledì 17 febbraio – Le Ceneri
10.00 Colazza – S. Bernardo: Liturgia delle Ceneri
17.30 Pisano: Rosario e S.ta Messa – Le Ceneri (Maria e Giuseppe)
20.30 Nebbiuno – S.Giorgio: S.Messa e imposizione delle Ceneri

Mercoledì 10/2 Pisano ore 18: Vigilia Madonna di Lourdes – Unzione dei malati

Questa settimana è dedicata ai malati, non solo nel fisico ma anche nello spirito. Giovedì 11 ricorre l’anniversario della prima apparizione a Santa Bernadette della Madonna di Lourdes, che ribadì il dogma della Sua concezione senza peccato originale, e tanto fece e continua a fare per i sofferenti. Per questo motivo la settimana è segnata da riflessioni e celebrazioni particolari.

Risanaci, Signore, Dio della vita (Salmo 146)

Grande è la cura di Gesù
per tutti i malati e colpiti
da qualsiasi genere di sofferenza!
Innanzitutto guarisce la suocera di Pietro,
ma poi accoglie tutti gli ammalati
che vengono portati davanti a Lui.

11 febbraio: Santa Maria di Lourdes

La Vergine apparve ad un’umile pastorella, la giovane Bernadette Soubirous, avverandosi anche in questo caso quanto Gesù diceva, pregando il Padre suo:
« Ti ringrazio, o Padre, che hai nascoste queste cose ai prudenti e ai sapienti e le hai rivelate ai pargoli, cioè agli umili ».
Era l’alba dell’11 febbraio 1858 e Bernardette si era recata in prossimità della grotta di Massabielle, sulle sponde del torrente Gave. Su una rupe di questa grotta la Madonna le apparve vestita di bianco, col capo coperto di un velo scendente sulle spalle, i fianchi cinti d’una fascia azzurra, i piedi nudi, baciati da rose profumate, un volto celestiale.

Per quindici giorni però ritornai colà e la Signora mi apparve tutti i giorni tranne un lunedì e un venerdì, dicendomi di nuovo di avvertire i sacerdoti che facessero costruire là una cappella, di andare a lavarmi alla fontana e di pregare per la conversione dei peccatori. Le domandai più volte chi fosse, ma sorrideva dolcemente. Alla fine, tenendo le braccia levate ed alzando gli occhi al cielo, mi disse di essere l’Immacolata Concezione. – Bernadette Soubirous

XXIX GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Celebrazioni per l’Unità Pastorale del Vergante; durante le celebrazioni verrà amministrato il Sacramento dell’Unzione degli Infermi.

Pisano, mercoledì 10/2: ore 17:30 Rosario, ore 18:00 Santa Messa

Meina, giovedì 11/2: ore 14:30 Rosario, ore 15:00 Santa Messa