Cristo, Re dell’Universo

L’ultima domenica dell’anno liturgico celebra la festa di Cristo re dell’universo; ossia la festa della sua signoria sul mondo, sul creato, sugli uomini, sulla storia. È una domenica che viene per così dire a coronare tutta la vicenda di Gesù e della stessa storia umana.
Ma il paradosso di questa festa sta nel fatto che davanti ai nostri occhi la liturgia, dopo le visioni di Daniele e dell’apostolo Giovanni, ci presenta un re umiliato, ridicolizzato, sconfitto. Verrebbe da chiedersi: ma che re è il nostro? Forse ci troviamo vicini allo scetticismo di Pilato…
Strana regalità quella di Gesù! Egli regna dal pretorio, ma stando dalla parte dello sconfitto. Il suo potere è la forza debole della misericordia, della compassione, della mitezza, dell’amore. Così Gesù governa i cuori degli uomini e la storia. Lo aveva detto all’inizio sul monte delle beatitudini: “Beati i miti, perché erediteranno la terra”.
La vera grandezza, la vera regalità, il vero potere, sta nel lasciarsi conquistare dalla “verità” di Dio, ossia dal suo sconfinato amore che giunge sino a dare la vita per gli uomini. Questo amore vince ogni male e oggi lo contempliamo vittorioso, alla fine della storia.

Signore Gesù, se tu fossi re della mia vita, le mie scelte saprebbero, ogni giorno, in ogni occasione, costruire amore e perdono. Diventa Re, in me!

25/11: Cristo Re dell’Universo

Il 25 novembre, ultima domenica dell’anno liturgico, si celebra la Solennità di Cristo
Re dell’Universo.

Quel giorno, il tuo giudizio, Gesù, spiazzerà tutti, buoni e cattivi, perché nessuno si aspetterà di essere giudicato su gesti di carità e di solidarietà, azioni concrete che hanno a che fare con la fame e con la sete, con la mancanza di alloggio e di vestito, con la malattia e con ogni situazione difficile. E, contrariamente a quanto si ritiene da parte dei più, l’omissione apparirà in tutta la sua evidente colpevolezza, come una mancanza decisiva che ci tiene lontani dal Regno.

Quel giorno, il tuo giudizio, Gesù, non ammetterà scuse. Non potremo giustificarci dicendo: Non sapevo, non immaginavo, non ti avevo riconosciuto, non mi ero accorto di te… Le nostre parole non potranno coprire la durezza e l’insensibilità, l’egoismo e l’avarizia che hanno ispirato le nostre scelte.

Quel giorno, il tuo giudizio, Gesù, farà entrare nella squadra dei beati uomini e donne considerati lontani dal tuo regno e invece condannerà a restarne fuori quanti hanno pensato che bastassero le loro professioni di fede, i loro gesti devoti.

GOCCE DI MIELE
… il giudizio svelerà la verità profonda della nostra vita quotidiana, il nostro vivere o meno l’amore qui e ora: «Impariamo dunque a meditare su un mistero tanto grande e a servire Cristo come egli vuole essere servito.» – San Giovanni Crisostomo

… il povero che manca del necessario per vivere con dignità è «sacramento» di Gesù Cristo, perché con lui Cristo stesso ha voluto.